Berlusconi, Dell'Utri e le stragi di Mafia del '92


Il video su presente si riferisce alle dichiarazioni di pentiti di mafia relative alla stragi di Capaci e Via d'Amelio, che rappresentano i luoghi in cui furono assassinati rispettivamente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Verranno iscritti nel registro degli indagati Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri come mandanti delle stragi:

  • Dalle dichiarazioni del collaboratore Salvatore Cancemi
  • Dalle dichiarazioni di Cannella, La Barbera, Pennino, Siino e Brusca
  • Dai verbali relativi ai rapporti gestiti da Vittorio Mangano, prima, e da Salvatore Riina, poi, con i vertici del circuito societario Fininvest
  • Dagli esiti delle indagini della Dia e del Gruppo Falcone e Borsellino
Il 3 maggio 2002 il fascicolo viene archiviato perché il quadro indiziario risulta friabile. Ma "gli atti del fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità di contatto tra gli uomini appartenenti a "Cosa Nostra" ed esponenti e gruppi societari controllati in vario modo dagli odierni indagati". Quell'atto non venne però firmato da uno dei pm che si era occupato delle inchieste e dei processi sulle stragi, Luca Tescaroli, contrario alle impostazioni della richiesta di archiviazione, soprattutto nella parte in cui si sostiene che le dichiarazioni dei principali pentiti della strage, Cancemi e Brusca, erano "contrastanti".

Una tesi che è stata confermata anche nella sentenza d'appello della strage di Capaci dove i giudici scrissero tra l'altro che le dichiarazioni di Brusca e Cancemi erano "convergenti" e che era necessario indagare ancora "nelle opportune direzioni per individuare i convergenti interessi di chi era in rapporto di reciproco scambio con i vertici di Cosa nostra".